Al Museo nazionale di Zurigo fino al 17 marzo 2017
«Idee della Svizzera» e «du – dal 1941»
Idee che incarnano l’identità della Svizzera
Cosa rende la Svizzera ciò che è o che appare oggi? L’installazione «Idee della Svizzera», collocata nella zona all’ingresso del nuovo Museo nazionale, cerca di rispondere a questa domanda. Attraverso gli scritti di Etterlin, Calvino, Rousseau e Dunant, affiancati dalla Carta Dufour e dal plastico del Gottardo, invita a scoprire e decifrare le idee che «fanno» la Svizzera. Di volta in volta, il tema cardine dell’installazione sarà svolto e approfondito da una mostra temporanea. Ad aprire il ciclo è una vera e propria icona pubblicistica del nostro passato recente: la rivista «du», con i suoi 75 anni di storia. Con la mostra «du – dal 1941» il Museo nazionale propone per la prima volta una panoramica delle annate della rivista nel corso del XX secolo.
La zona all’ingresso del nuovo edificio del Museo nazionale funge idealmente da «ouverture» che introduce e accompagna il visitatore alla successiva mostra: la nuova installazione «Idee della Svizzera» presenta le storie che raccontiamo e quelle che narrano di noi, storie che contribuiscono a plasmare la nostra identità collettiva. In quest’ottica, quattro scritti rivestono una particolare valenza rappresentativa: la «Kronica» di Petermann Etterlin, l’«Institutio Christianae Religionis» di Calvino, il trattato di Jean-Jacques Rousseau sull’educazione naturale e «Un Souvenir de Solférino» di Jean-Henri Dunant. Sfogliando queste opere in modalità interattiva, i visitatori colgono quanto questi testi influenzino ancora oggi l’idea che si ha della Svizzera. Il plastico del Gottardo, realizzato per Expo 2015, e la Carta Dufour, capolavoro della cartografia, invitano, attraverso un ricco corredo di contenuti virtuali, ad esplorare la Confederazione da un punto di vista geografico, demografico e socio-economico. Ma l’installazione non si limita alla sfera multimediale: grazie alla Bibliothèque de Genève è possibile ammirare il manoscritto originale di Rousseau accanto a documenti autografi di Calvino e Dunant. A raccogliere il testimone di questa eredità ideale, sviscerandone le tante possibili implicazioni, interviene, di volta in volta, una mostra temporanea. Inaugura il ciclo un’icona tra le pubblicazioni del XX secolo: la rivista «du».
«du», monumento del giornalismo culturale
«du» è una delle poche riviste che il tempo non trasforma in carta straccia, ma a cui anzi conferisce un valore collezionistico. Lanciata nel 1941 da Arnold Kübler, la pubblicazione ha avuto una storia movimentata. Con i suoi importanti articoli di taglio socio-politico e le immagini dall’intensa carica emotiva, ha saputo conquistare un pubblico di lettori che va ben oltre la ribalta elvetica. A metà degli anni Cinquanta la sua tiratura era già superiore ai 30 000 esemplari. Quando, nel 1958, Manuel Gasser subentrò ad Arnold Kübler quale caporedattore, l’attenzione si concentrò in modo ancor più spiccato sulle tematiche artistiche. Ogni cambio della guardia alla testa della redazione ha significato, con poche eccezioni, una brusca virata nell’organizzazione e nella concezione della rivista.
Dal 1941 sono stati dati alle stampe centinaia di numeri di «du». Per la prima volta, il Museo nazionale Zurigo propone una panoramica della pubblicazione dagli esordi nel 1941 fino alla sua cessione da parte dell’allora proprietaria, la Tamedia SA, all’inizio del XXI secolo. Attraverso un’accurata selezione di uscite e documenti quasi del tutto sconosciuti al grande pubblico, la mostra racconta il lavoro compiuto dai vari caporedattori e dai loro fotografi per pubblicare una rivista intrisa dello spirito dell’epoca. I visitatori hanno modo di sfogliare esemplari di «du» risalenti a diversi decenni. L’esposizione non è solo un omaggio a un grande prodotto della stampa, bensì anche una testimonianza del giornalismo culturale.