Non venisse comunicato in modo esplicito, nessuno se lo sognerebbe, talmente la vicenda è lontana dalla realtà che qualsiasi comune mortale riesca ad immaginare. Eppure il film, diretto da Doug Liman, racconta la vicenda surreale, ma assolutamente vera che, fra la fine degli anni Settanta e il 1986 - durante gli anni di presidenza di Ronald Reagan (ma un ruolo ce l’ha anche Bill Clinton all’epoca governatore dell’Arkansas) - ha visto protagonista un pilota che, sotto la regia della CIA, diventa corriere della droga per il Cartello di Medellin, guidato dal criminale colombiano Pablo Escobar, trafficante d’armi per combattenti per la libertà in Nicaragua contro i sandinisti con il segreto beneplacito del governo americano, corruttore di governanti, finendo alla fine con trovarsi coinvolto in quella che viene considerata una delle operazioni più esclusive della storia dell'agenzia. Contrabbandiere, informatore e, a modo suo, persino patriota, Barry Seal, questo il nome del protagonista (a cui giova l’interpretazione di Tom Crusie) è un personaggio affascinante dalla doppia esistenza. È prima di tutto un pilota d'aerei, con lieve inclinazione al contrabbando, che vive in una sonnolenta cittadina nel sud degli States; al contempo, è un uomo di famiglia, profondamente innamorato della moglie. Con qualche perplessità prima ed esplicita soddisfazione poi, in breve tempo Seal, attraverso incredibili peripezie, passa dalla routine del pilota di linea, all’avventurosa impresa di divenire il perno di uno dei più grandi scandali che l'America abbia conosciuto. Limitandosi cogliere le opportunità (potenzialmente illegali) che il sistema gli ha offerto per fare soldi (a palate) e condurre una vita scandita dall'adrenalina.