Gli Italiani riscoprono la frutta ricca di vitamine e antiossidanti a patto che sia anche biologica


Se “per levarsi il medico di torno”, almeno fino agli anni 2000, bastava “una mela al giorno”, adesso, secondo l’Istat, che dal 2017 ha inserito nel suo paniere anche il consumo di frutta esotica degli italiani e gli Smoothies, che sono bevande leggere a base di frutta e verdura che genralmente si bevono al bar, per preservare la salute ci vogliono almeno cinque porzioni di frutta e verdura al dì. Ed un po’ per moda (Ordinare un centrifugato di Mango, Passion fruit o Maracuya al posto di una semplice spremuta di arancia oggi è molto In!), un po’ per uggia, sembra che gli italiani, a mangiare soltanto arance, clementine e mandarini d’inverno e pesche, ciliegie, susine e angurie in estate non ci stanno più. Vien proprio voglia di dire che se Goethe viaggiasse oggi in Italia, invece di ammirare e descrivere “Il Paese dove fioriscono i limoni” troverebbe la terra dove non c’è aperitivo senza scorza di lime e che il guacamole messicano ha preso il posto della nostra salsa verde fra i bolliti misti. Così sugli scaffali del supermercato e dei banchi dei mercati rionali, accanto alla mela prussiana o annurca, accanto alle ciliegie di Marostica, spuntano ananas, kiwi, avocado e mango, con le cifre a testimoniare l’aumento costante di frutta esotica: + 3,8 per cento tra il 2015 e 2016, per un volume d’affari di 516,675 miglioni di euro.

Tutto per una scelta di vita salutista
Ma papaya, cocco, mango feijoa, sempre secondo l’Istat, non finiscono nelle buste delle spese degli Italiani solo per moda, ma anche grazie alla scelta di vita salutista intrapresa, alla diffusione, sempre più, delle diete vegane e vegetariana e alla presenza di molti consumatori provenienti dai Tropici. Pesano anche, come sempre, globalizzazione e spot pubblicitari, capaci di aver fatto delle banane un frutto comune ed economico quanto le nostre albicocche, mele, pere ed uva. Negli anni 70, per quanto mi ricordo, in una famiglia di semplici lavoratori come la mia, dove il reddito mensile era medio basso, le banane erano una ricercatezza da permettersi con parsimonia. Poi è arrivata la banana col bollino, la concorrenza e ora, approfittando delle offerte, se ne possono acquistare un chilo a solo un euro. Anche l’ananas, fino a qualche tempo fa faceva parte delle rarità da servire come fine pasto, insieme ai datteri, nel cenone di Natale o di Capodanno. Adesso è una delle tante fonti vita di vitamina prescritta da dietologi per una dieta equilibrata.

Dai Kiwi ricchi di vitamina C al melograno antiossidante

“Vitamina” è la parola magica, quando si parla di frutta! È il propulsore dell’ascesa di ogni novità, serve come esempio il successo del kiwi che possiede in quantità la C. All’inizio del 2000, in pochi anni, l’Italia (in special modo il Mezzogiorno d’Italia) è diventata il secondo produttore mondiale, scavalcando la Nuova Zelanda che fino a quel momento aveva avuto la supremazia dell’esportazione in Europa. Ma ci sono anche frutti italianissimi che avevamo dimenticati e che, grazie a Dio, sono tornati in auge, perché non soltanto consumiamo più frutta, ma lo facciamo in modo diverso. E il caso del melograno aiuta a spiegare il fenomeno che, come detto sopra, ha convinto l’Istat a inserire nel paniere dei prodotti che incidono sulle spese delle famiglie italiane le centrifughe e le spremute consumate al bar. Il melograno “dai bei vermigli in fior”, tanto decantato dal Carducci, produce frutti ricchi di antiossidanti (altra parola magica per il boom della frutta) e vitamine. Anche se per alcuni sembra che il melagrano sia un frutto “difficile”: raccoglierlo direttamente dalla pianta, sbucciarlo, eliminare la pellicina amarognola e di color giallo che tiene insieme i chicchi, sgranarli e preparare i bei grani rossi da mangiare a cucchiaiate, come fa il viaggiatore goloso quando si trova nella sua casa di Pietragrande, richiede ahi loro molto, molto tempo! Ecco, allora che con centrifughe e spremute tutto diventa più facile: la vendita di melegrane secondo alcuni dati parziali si è quadruplicata nell’ultimo anno.

Ogni italiano ne mangia 63 kg all’anno
Ottima a fine pasto. Sotto forma di spuntino in diete ipocaloriche, ma in alternativa ad altri alimenti, poiché contiene zuccheri; a volte senza nemmeno sbucciarla, la frutta, gli italiani la spremono in centrifughe (facendo così non si assumono le fibre importanti per diverse funzioni dell’organismo; meglio sarebbe alternare il frutto intero ai succhi!); e senza aspettare il mese di maggio per avere le more e le ciliegie italiane, comprano frutta proveniente dal Cile, da Israele o da altro Paese asiatico, per averla tutto l’anno, tanto da mangiarne circa 63 kg all’anno a testa.
A voler dare ragione al Prof. Giuseppe Morino, responsabile di dietologia clinica al Bambin Gesù di Roma, sembra che, negli ultimi anni, ogni italiano sia alla ricerca del frutto “magico che gli regala l’immortalità”, o almeno del superalimento che gli dia da solo tutti i nutrimenti che aiutano a stare bene. L’incremento delle vendite di avocado, ad esempio, non dipende soltanto dall’arrivo de messicani che sanno preparare bene il guacamole, ma dalla necessità dei vegani di trovare proteine vegetali. Il nutrizionista però fa crollare il mito del frutto panacea: “Nessun alimento da solo garantisce tutti i nutrienti necessari – spiega ancora il Prof Morino – una dieta deve essere variata. Però ben vengono banane, kiwi, avocado e ananas, specialmente coltivati biologicamente, se aiutano anche i bambini, spesso restii, a mangiare più frutta”.

Coltivati in Italia: “sono biologici, a chilometro zero e piacciono”
“Ad arrestare il consumo della frutta esotica c’è soltanto l’etica, che suggerisce, a mio parere, di scegliere prodotti locali e a chilometro zero. Niente di meglio allora che avocado, manghi e kiwi coltivati nel Sud Italia: Calabria, Sicilia, per di più biologici”. A parlarmi così, l’estate scorsa, era stato Nazzareno Curcosta, calabrese e presidente di una cooperativa di produttori di orticultura biologica. Nazzareno è l’ortolano che, meglio d’altri, ha saputo aprire la strada alla coltivazione di frutta esotica, piantando al posto di limoni, kiwi e avocado.
“All’inizio non è stato facile – mi raccontava Nazzareno –Non può passare l’idea che, da un giorno all’atro, si possa sostituire l’agrumeto con la frutta tropicale. È stato necessario uno studio accurato sia del terreno che del meteoclima per progettare la coltivazione. Oggi, a distanza di alcuni anni, produciamo circa 150mila chili di avocado all’anno. La domanda è in continuo aumento, anche quest’anno stiamo riscontrando una tendenza molto positiva. E i nostri manghi, avocado e kiwi vengono distribuiti in tutta Italia, ma esportiamo anche in alcuni Paesi europei. Con rammarico, nel 2016 abbiamo dovuto scegliere a chi dire di no. C’è molta richiesta perché il nostro prodotto è visto come un’eccellenza italiana, anche se ha origini esotiche. E, infine, anche perché, così la pensiamo noi, Il made in Italy nel cibo è vincente!”.



LA RICETTA

Smoothie di Kiwi e Melograno
Gli Smoothie sono bevande leggere a base di frutta e verdura (da non confondere con i centrifugati); non contengono gelato come frappé e sono senza latte, in alcuni casi viene introdotto solo yogurt bianco.

Ingredienti: 4 kiwi, 2 cucchiai di zucchero di canna, un bicchiere di succo di kiwi, chicchi di melograno spremuti.

Come lo preparo: Frullo i kiwi con due cucchiai di acqua minerale liscia. Aggiungo lo zucchero e il succo dei kiwi e quello dei chicchi del melograno. Verso in una caraffa e, a piacere, aggiungo ancora alcuni cubetti di ghiaccio e servo in bicchieri Long-Drink.