Presentato con successo alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes il film racconta la storia di Dounia, un’adolescente tenace, anche se ingenua, che sogna di arricchirsi, non importa in che modo. Per chi vive in un ghetto vicino a Parigi, dove la droga e la religione regnano sovrane, conquistare potere e successo è un desiderio che equivale a una via d’uscita. Così, con l’aiuto della sua migliore amica, Dounia prende come modello di riferimento uno spacciatore rispettato, ma quando incontra una giovane e sensuale ballerina, la sua vita cambia in maniera sorprendente.

Dopo un’apertura musicale la cui intensità dà il là al resto del film (l'intreccio è accompagnato da una colonna sonora formidabile), i primi momenti di Divines, che mostrano le due inseparabili amiche mentre fanno il diavolo a quattro, ci rendono queste due ragazze follemente coinvolgenti, e la loro vitalità e il loro entusiasmo irresistibilmente comunicativi.
L'intensità frenetica delle prime scene fa gradatamente spazio a qualcosa di più viscerale e duro.

Il film narra le vicende delle due adolescenti con un ritmo incalzante, senza alcun buonismo ma comunque con vari momenti comici, propri della leggerezza dell’adolescenza. Dai tratti decisamente femministi e politici per i temi che affronta quando tratta della distanza tra città e banlieue, Divines si spinge anche oltre, tra gli accampamenti Rom.

Non diremo di più sull’orizzonte che sceglierà di "visualizzare", ma è sullo sfondo di questo confronto costante tra abbandono e controllo che si giocherà il destino della protagonista galvanizzata e galvanizzante.