Che cosa consente alla Svizzera, un paese attraversato da divisioni culturali, sociali, religiose, politiche, di "stare insieme", di trovare comunque una coesione?
Come ha potuto la Svizzera, con le sue frontiere interne - comprese quelle fra città e campagna, fra montagne e pianure, fra confessioni religiose - governarsi ed evitare deflagranti conflitti interni?
Sono domande che si ricollegano alla storia secolare della Confederazione e che tornano d'attualità nell'epoca della globalizzazione. Oppure, come sembra oggi, è il benessere, o meglio il suo immaginario, l'elemento chiave per sentirsi svizzeri?
Quanto contano ancora quelli che potremmo chiamare i pilastri istituzionali dell’elveticità moderna, come il federalismo, la neutralità, il pluralismo linguistico e culturale? Quale rilevanza hanno le nuove configurazioni del potere regionale, i nuovi rapporti fra maggioranze e minoranze, nonché il collante prodotto dal sentirsi diversi dal mondo circostante?
Sono domande si pongono molti osservatori colpiti da come un paese attraversato da profonde frontiere interne, fra città e campagna, fra montagne e pianure, fra confessioni religiose che si sono contrapposte per secoli, fra lingue diverse, sia riuscito a trovare forme di convivenza che hanno permesso di evitare deflagranti conflitti interni. Il volume, promosso da un gruppo di lavoro dell’associazione Coscienza svizzera, si prefigge di riflettere sulle profonde trasformazioni in corso della Svizzera odierna, in bilico fra passato, presente e futuro.
Contributi di Jacques Amos, Alberto Bondolfi, Christophe Büchi, Pierre Dessemontet, Klea Faniko, Guillaume Fürst, François Grin, René Levy, Jacqueline Lurin, Oscar Mazzoleni, Marco Marcacci, Orazio Martinetti, Verio Pini, Remigio Ratti, Sergej Roic, Martin Schuler, Irene Schwob, Raffaele Scolari, Sacra Tomisawa.
A cura di Marco Marcacci, Oscar Mazzoleni, Remigio Ratti
Frontiere e coesione
Perché e come sta insieme la Svizzera
In collaborazione con Coscienza Svizzera
Armando Dadò editore
pp 205; CHF 20.--