Funzioni pubbliche a progetti scientifici privati

È stato presentato a Cernobbio al workshop Ambrosetti il primo grande Parco della Ricerca, del Sapere e dell’Innovazione che si propone in Italia, sul modello di quanto avviene già in molti Paesi del mondo, per unire importanti funzioni pubbliche a progetti scientifici privati.
Titolare è Arexpo, una società partecipata dal Ministero italiano dell’Economia e Finanze, dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano e dalla Fondazione Fiera di Milano. La società è nata nel 2011, è proprietaria delle aree che hanno ospitato l’Esposizione Universale EXPO Milano 2015, terminata con un grande successo di espositori e pubblico, con 21 milioni di visitatori provenienti da 140 Paesi di tutto il mondo. Ovviamente, non si parte da zero nel sito dell’Expo (1 milione di mq di superficie, più 5 chilometri di viabilità perimetrale e 2 chilometri per quella principale).
Il progetto è stato presentato da Giuseppe Bonomi, amministratore delegato di Arexpo e da Enrico Giovannini, Advisor scientifico del progetto, ordinario di statistica a Tor Vergata, già ministro nel governo Letta, nonché capo statistica dell’Ocse. Il progetto poggia su tre grandi insediamenti.
1) La Statale di Milano sta progettando il trasferimento del nucleo storico di Città Studi (costruito prima del 1930) nell’area dove sorgerà il Parco Scientifico e Tecnologico. Le aree di formazione interessate che saranno trasferite qui comprendono la biotecnologia, la medicina sperimentale, la farmacologia, l’agroalimentare, le scienze della terra, chimica, fisica, matematica, informatica, il tutto con una previsione di 18mila studenti e 2 mila addetti allo staff tecnico.
2) A questo primo progetto si aggiunge (oltre ad ambire all’Agenzia Europea per i Medicinali –EMA- in uscita da Londra dopo Brexit , pur se altri sono interessati) una struttura ospedaliera che rappresenterà un Centro di eccellenza nella ricerca biomedica clinica e preclinica e attività didattica. Queste due prime iniziative sono di stampo pubblico.
3) Il settore privato invece è fortemente interessato all’Human Technopole, il parco scientifico e tecnologico che diventerà un hub in grado di promuovere le eccellenze del territorio, costruendo un polo di eccellenza europeo e mondiale nel campo delle scienze della vita, healthcare, biotecnologie, farmaceutica, agrifood, nutrizione, data science e big data.
Il 70% degli imprenditori aderenti al Club Ambrosetti, che sono rappresentanti di gruppi e imprese nazionali e internazionali operanti in Italia, si è detto intenzionato a trasferire qui le attività loro proprie nella ricerca, vista la vicinanza ai centri di ricerca e all’università e la logistica favorevole. Né va dimenticato che la Lombardia è la locomotiva d’Italia, con il 23% delle startup innovative, il 28% delle pubblicazioni scientifiche, il 30% dei brevetti italiani, 14 università, 4 accademie di alta formazione artistica, 12 istituti di ricerca, 19 istituti di cura a carattere scientifico.
Così si promuove l’Human Technopole che, in continuità con il paradigma e lo spirito dell’Expo 2015, graviterà già da quest’anno intorno a Palazzo Italia di Expo 2015. Dal punto di vista economico, su un orizzonte temporale di 10 anni, gli impatti diretti, indiretti e indotti, secondo The European House Ambrosetti, potrebbero generare nel sistema una spesa di 6,9 miliardi di euro (2,4 dalla edificazione e 4,5 dalle attività del Parco); 3,2 miliardi di euro di valore aggiunto (uno dalla edificazione e 2,2 miliardi dalle attività del Parco); 1,3 miliardi di euro di gettito erariale aggiuntivo.
In termini di occupazione, gli investimenti previsti potrebbero generare nei primi 4 anni della fase cantiere 6.700 unità di lavoro aggiuntive all’anno. Dal quarto anno in poi, l’impatto si potrebbe attestare a 3 mila unità l’anno. Questo analizzando solo le tre componenti citate dell’Human Technopole, trasferimento di parte della Statale di Milano e trasferimento e potenziamento delle attività ospedaliera di rango ISCCS. Ma nell’area potranno trovare sede anche altre imprese, laboratori, centri di ricerca 

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