Gli svizzeri e l’incremento dell’utilizzo di giornali e Tv online

In Svizzera gli utenti di Internet passano in media 25 ore e mezza alla settimana online. La cifra è raddoppiata rispetto al 2011. Giovani e persone con un livello basso di formazione sono le categorie che passano più tempo nella rete.

Secondo uno studio dall’Università di Zurigo, la maggioranza degli internauti non teme che un consumo digitale eccessivo possa rappresentare un problema. Le competenze in relazione all’uso di Internet sono inoltre giudicate buone dal 78% degli utilizzatori.

Il raddoppio del consumo è legato al fatto che il web si sta sostituendo ai media tradizionali come principale fonte d’informazione, e insidia la televisione anche per quanto riguarda l’intrattenimento. I contenuti più utilizzati sono la musica, i video e le trasmissioni televisive in differita, seguiti dai giochi online e dai contenuti erotici.

Le emittenti pubbliche della SSR, le autorità e i giornali a pagamento sono considerati fonti credibili. Di riflesso cresce invece lo scetticismo sulle informazioni che circolano sul web. Se nel 2013 il 75% dei partecipanti al sondaggio considerava credibili questi contenuti, quest’anno si è scesi al 58%.
Le persone con un basso livello di formazione sono quelle che passano più tempo su Internet e al contempo quelle che esprimono meno riserve sul rischio di subire violazioni della sfera privata.

La metà dei partecipanti al sondaggio esprime preoccupazione per il rischio vedere la propria sfera privata violata da società (51%) o da persone (46%). Quattro persone su dieci (39%) temono di essere spiate dal Governo. Nel complesso, otto internauti su dieci (81%) ritengono di aver il controllo dei propri dati. Il 44% ritiene di essere in grado di proteggersi, mentre tre persone su quattro (76%) dicono di non avere nulla da nascondere.

Dallo studio emerge peraltro che la diffidenza nei confronti di Internet aumenta con l’avanzare dell’età. Il 90% della popolazione utilizza regolarmente il web e solo 360.000 abitanti (5%) sono considerati dei non utilizzatori.

Lo studio – si tratta del quarto dopo quelli realizzati dal 2011 a ritmo biennale – si inserisce nel progetto «World Internet Project» (WIP) che interessa in tutto 30 Paesi. In Svizzera la ricerca è coordinata dall’Istituto di pubblicistica e di ricerca sui media (IPMZ) dell’Università di Zurigo.

Il sondaggio rappresentativo è stato realizzato nei mesi di maggio e giugno di quest’anno dall’istituto DemoSCOPE che ha intervistato 1.120 persone sopra i 14 anni.

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