di Cristian Mungiu
Romeo Aldea è un medico affermato e rispettato che non è mai dovuto scendere a compromessi: allontanatosi da Cluj e dalla Romania durante la dittatura di Ceausescu, è ritornato in patria dopo la rivoluzione del 1989 con la speranza di poter contribuire attivamente a ricostruire un paese migliore. Una speranza presto disillusa, tanto che adesso l'unica aspirazione che gli rimane è quella di riuscire a mandare l'unica figlia a studiare all'estero, a Londra, grazie ad una borsa di studio conseguita con ottimi voti, grandi sacrifici per tutta la famiglia e nessuna raccomandazione, mai nulla che non sia mai stato realmente meritato.
A pochi giorni dagli esami finali, quando ormai a Romeo tutto sembra fatto e il sogno di una vita ormai avverato, tutto sembra andare storto: prima uno sconosciuto tira un sasso contro la sua casa, rompendo un vetro per poi fuggire; poco dopo la figlia Eliza viene aggredita e (quasi) stuprata mentre si reca a scuola. L’aggressione ne compromette l’equilibrio psicologico, e finisce col fare vacillare la solida impalcatura organizzata dal padre nel corso di una vita intera. La vita di Romeo, sin lì indirizzata tutta verso il soddisfacimento di un suo progetto (che riguarda la figlia, e non se stesso), a un tratto sembra disfarsi come un castello di sabbia.
Un film solido, compatto, quello di Mungiu: ambientato in una cittadina di provincia affronta. questioni morali che riguardano la famiglia e il potere portandole fino alle loro estreme conseguenze, senza fare sconti, né ai personaggi, né a chi guarda.