«Il cancro non fa male». Questa è la base delle promesse di guarigioni miracolose proposte dai seguaci dell’ex medico tedesco Hamer secondo cui il tumore è utile e curabile con la sola risoluzione del conflitto interiore che l’avrebbe generato. Teorie senza alcuna base scientifica alle quali oggi è data vita grazie ad una rete ben organizzata che coinvolge anche medici. Convegni in tutto il mondo, formazioni e sedute di “cura“: un business che specula sui malati.
Da trent’anni ai vertici di questa organizzazione c’è un sedicente terapeuta svizzero, Mark Pfister, che opera in Ticino e in Italia.
L’inchiesta di Falò raccoglie le testimonianze dei famigliari delle vittime, malati di cancro convinti a non curarsi. Morti che rimangono senza giustizia in quanto l’organizzazione fa leva sulla libera scelta del paziente di rifiutare le cure.
Per svelarne i meccanismi, una giornalista di Falò è stata in cura da Mark Pfister con una diagnosi di cancro grave. Quello documentato è un mondo di bugie: il cancro non fa male, le metastasi non esistono e anzi sarebbero “leggende metropolitane”. I tumori sono solo cicatrici dovute alla risoluzione di un conflitto e i tumori al collo dell’utero sarebbero dovuti a frustrazione sessuale.
Ma non solo “cure” per il cancro, viene proposta letteralmente una medicina alla rovescia con tanto di libri e presunte prove scientifiche. In questa visione i medici ufficiali diventano ciarlatani e la medicina un complotto di potere.
La diffusione di queste teorie che cavalca la sfiducia nella medicina ufficiale e si avvale di internet come cassa di risonanza, è grande. Lo dimostra il caso di cronaca da cui parte l’inchiesta. Eleonora Bottaro, 17 anni, rifiuta la chemioterapia e muore per una leucemia altamente guaribile. La famiglia approda anche in Svizzera per tentare di sottrarsi alle pressioni dei tribunali italiani ma nemmeno gli oncologi dell’EOC di Bellinzona riescono a convincerla a curarsi. Poco chiara appare invece la posizione dei medici della clinica di cure naturali Paracelus Al Ronc nei Grigioni. Hanno rifiutato di rispondere sui trattamenti proposti e non hanno chiarito se abbiano tentato o meno di informare Eleonora sulla necessità della chemioterapia che l’avrebbe salvata. La famiglia credeva nelle teorie di Hamer e seguiva le teorie diffuse da Mark Pfister. Mettendole in pratica di propria iniziativa i genitori di Eleonora ne hanno pagato il prezzo più alto.