Ha una storia che ha attraversato buona parte del secolo scorso. Per decenni è stato il punto di riferimento della comunità Italiana di Zurigo e dintorni.
Imprescindibile per quello che fu un vivacissimo tessuto associativo e per la scuola elementare - unica scuola statale in Svizzera, che a fine degli Sessanta inizio Settanta arrivò ad ospitare oltre 700 allievi – in tempi più recenti è stata al centro di discussioni riguardanti la sua gestione e la sua funzionalità.
Ora, dopo vari tentennamenti - nell’ambito di quello che burocraticamente viene definito “piano di razionalizzazione avviato dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale per la gestione degli immobili e delle sedi facenti parte del patrimonio immobiliare italiano all'estero” – il governo ha deciso di procedere alla sua ristrutturazione.
L’obiettivo è quello di attrezzarla in modo tale che possa ospitare almeno il Consolato generale (che per gli spazi che occupa ora paga 600'000 franchi d’affitto, che agli odierni tassi ipotecari varrebbero un patrimonio teorico di 60 milioni di franchi), l’istituto italiano di cultura, la scuola statale (oltre a quella elementare pare si voglia statalizzare anche la scuola media Enrico Fermi, attualmente a gestione privata), mantenendo la funzionalità del Salone Pirandello. Certamente escluso da questo scenario il Liceo Vermigli, che statale non è e neppure lo diventerà, il quale sarà costretto, come d’altronde è stato il caso fino a qualche anno fa, a trovare una sede in un’altra struttura.
Com’è naturale, la decisione, che comunque era nell’aria da parecchio tempo, soprattutto in quella parte della comunità che ha vissuto il percorso dell’emigrazione, ha suscitato allarmismo e preoccupazione. Per le strutture che attualmente hanno sede presso la Casa d’Italia, e in particolar modo, visto che a partire da luglio, resterebbe inagibile per almeno 3 anni ci si chiede cosa succederà con la scuola? Per quella elementare (e media?) la soluzione temporanea è stata trovata con il suo trasferimento in uno spazio messo a disposizione tramite la Città di Zurigo. Per il resto, come detto, il Liceo dovrà orientarsi diversamente mentre Il Comites e il Casli (ente gestore dei corsi di lingua e cultura) dovranno cercare ospitalità altrove.



Il Libro "La Casa d'Italia di Zurigo"

La Casa d'Italia di Zurigo è stata inaugurata nel 1932 e poi ampliata nel 1935 e nel 1938. Sin dalla sua fondazione è stata il centro culturale e sociale degli immigrati italiani di Zurigo e dintorni. La sua Scuola elementare è stata frequentata da migliaia di ragazzi e nei suoi locali hanno avuto la loro sede decine di associazioni e si sono tenute le più importanti riunioni che hanno fatto la storia dell'emigrazione italiana in Svizzera e nel Mondo. Per quasi sessanta anni vi hanno prestato la loro opera missionaria le Suore di Carità dell'Immacolata Concezione di Ivrea al servizio, prima, dell'Orfanotrofio e dell'Asilo della colonia italiana e, poi, anche dell'Internato e della mensa per gli alunni della Scuola elementare.
L'autore, che è stato insegnante alla scuola della Casa d'Italia per quasi trenta anni, ricostruisce la storia dell'edificio basandosi su documenti originali conservati negli archivi italiani e svizzeri. Ne viene fuori un lavoro frutto di ricordi diretti e di un’attenta indagine storica. Per la prima volta vengono quindi ricostruite le varie fasi che portarono alla progettazione e alla realizzazione della Casa degli Italiani.
Il libro, che si avvale delle testimonianze dei vari personaggi che hanno incrociato la propria storia con quella dell’edificio (Fernando Schiavetti, Giovanni Carrara, Suor Gianna, Elena Lucia Ferri, Pietro Bianchi, Ettore Cella, Franca Magnani, Annarella Schiavetti-Rotter e Luciano Betta), è corredato dagli indirizzi delle sedi del Consolato Generale, dai nomi dei Consoli Generali e dagli Ambasciatori italiani in Svizzera dal 1861 ai nostri giorni.

Tindaro Gatani
La Casa d’Italia di Zurigo
pp. 239; CHF 25.--
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
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