Incontro con Valentina Greggio

È più pericoloso il traffico delle grandi città che il chilometro lanciato

Valentina è una bella e giovane donna di 25 anni che vive a Verbania, ancora in famiglia. Mamma e papà – entrambi sciatori, l’appoggiano e la supportano , poiché conoscono bene la sua passione per l’estrema velocità sulle piste.
Quando scende «a uovo» con la tuta rossa, è paragonabile solo alla nostra amata Ferrari!
Pratica infatti lo Speed Ski, disciplina che prevede, per esempio, il «lanciato» su di una pista di 1200 metri con una pendenza mozzafiato del 98% a 250 km all’ora!
Lei, serafica, afferma che è più pericoloso il traffico delle grandi città che il chilometro lanciato!
Siccome lo Speed Ski pretende il massimo impegno, ma paga poco, la campionessa insegna a sciare in inverno e fa la cameriera in estate. Ma lasciamo che sia Valentina a parlarci della sua vita di sportiva, prima di rispondere alle nostre consuete domande.
“Ho messo gli sci prima dei 3 anni e da lì è nato il mio amore per la neve; ho iniziato a sciare con maestri e poi nello sci club e ho sempre avuto la passione per la velocità; per me andare veloce è sempre stata una cosa naturale e divertente. Le prime gare all’età di 7 anni e ho continuato fino all’età di 19 anni, quando sono stata chiamata dall’allenatore della Squadra Nazionale di sci di velocità per provare questa disciplina.
Ho preso il diploma al Liceo Scientifico Tecnologico e poi mi sono laureata in Scienze Motorie. Attualmente sono iscritta alla scuola Magistrale di Scienze Motorie per le attività preventive ed adattate.
Le gare vinte sono parecchie (basta pensare che solo nel 2016 ho vinto 7 gare su 7 disputate. Ovviamente le più importanti sono stati i Mondiali del 2013 e del 2015 e poi la vittoria della Coppa del Mondo generale nelle stagioni 2014/2015 e 2015/2016.
Io non sono mai pienamente soddisfatta dei miei risultati perché penso sempre che si possa fare meglio (anche quando si vince) e in genere non dico mai gli obiettivi futuri (anche se li ho). L’anno prossimo è anno di Mondiali quindi sicuramente mi piacerebbe fare bene ai Mondiali e anche nel circuito di Coppa del Mondo. Proverò a migliorarmi ancora e proverò ad andare sempre più veloce anche se sarà molto difficile ma io ce la metterò sempre tutta per fare del mio meglio.
Sono fidanzata sicuramente tra qualche anno mi piacerebbe sposarmi e avere figli. Penso che quando questo succederà, mi ritirerò perché io sono abituata che se prendo un impegno voglio portarlo a termine nel migliore dei modi e quindi quando deciderò di avere famiglia, mi dedicherò a quella perché credo che sia giusto così e, anche se sarà difficile ritirarsi dalle gare e non poter più provare le emozioni che mi sta regalando questo fantastico sport, sono convinta che sarò felice ugualmente perché avere famiglia mi darà nuove emozioni”.

È difficile come donna fare carriera nel suo sport?

In realtà nella pratica sportiva, diversamente che nel mondo del lavoro, non è così difficile essere una donna in carriera. Questo perché nel mio sport, è necessario fare i risultati e quelli sono una cosa oggettiva. Però anche qui si nota sempre molto la diversità tra uomo e donna: la donna viene sempre considerata inferiore all’uomo, perché le donne che praticano sport (soprattutto il mio) sono poche e perché, comunque vada, le donne vanno sempre più piano degli uomini. Ma questo mi sembra normale visto che il nostro fisico non ci consente di avere la stessa forza degli uomini.

Quanto ha impiegato per farsi apprezzare come atleta?

È stata parecchio dura dimostrare chi ero e cosa valevo, perché noi donne siamo sempre state considerate più scarse, ma negli ultimi anni mi sono avvicinata sempre di più agli uomini e allora i miei avversari hanno capito che anche se sono donna posso cimentarmi ai loro livelli.

Quali difficoltà ha dovuto affrontare?

Quella di non sentirmi giustamente valorizzata, perché gli uomini sono quelli che vanno sempre più veloci e poi, caratteristica tecnica, avendo gli stessi materiali degli uomini, per me portare tutta l’attrezzatura alla partenza, è molto più faticoso.

Quando è cessata la diffidenza nei suoi confronti?

Non è mai cessata del tutto. Se non quando si riesce a dimostrare che anche se le donne sono in minoranza, sono comunque più forti di molti uomini. Ad esempio: quando ho fatto il record del mondo se avessi gareggiato con gli uomini sarei stata 6a e in tante altre mi sarei piazzata anche meglio.

Quali sono i principali ostacoli che ha dovuto superare?

Mi ricollego a quanto ho detto in precedenza: noi donne dobbiamo anche pensare alla famiglia ma questo non lo considero come ostacolo forse più come una scelta di vita. Una scelta con la quale molti uomini ritengono di non doversi confrontare.

Si è sentita svantaggiata?

Solo per ragioni fisiologiche. Noi donne possiamo essere fortissime, ma sono pochi coloro che relativizzano le nostre prestazioni tenendo conto che in genere siamo fisicamente più deboli. Tutti pensano all’assoluto, e in assoluto gli uomini sono i più veloci e più forti.

Nessun vantaggio, quindi, nell’essere donna?
Solo quello che spesso i miei allenatori, mossi da compassione, mi aiutano a portare i materiali pesanti in partenza. (ride)

Gode di particolari privilegi?
Non saprei quantificare, ma direi che se ci sono, sono sempre troppo pochi.

Condivide affermazione secondo la quale le donne sono più intuitive degli uomini?

Sì, è vero. Forse perché noi abbiamo una marcia in più rispetto agli uomini, anche se loro non lo ammetteranno mai.

Quanto conta per la donna in carriera l’arte della seduzione? Anche allo stato inconscio.
Non saprei. Non credo che nel mio caso conti molto.

Qual è la soddisfazione maggiore per una sportiva di professione?
Riuscire a raggiungere i propri obiettivi nonostante le difficoltà e nel mio caso, il massimo che si possa raggiungere è il record del mondo.

A che cosa ha dovuto rinunciare per affermarsi?
Finché non si ha famiglia credo che le rinunce siano le stesse per le donne e per gli uomini: entrambi devono pensare a fare gli atleti e entrambi devono rinunciare a serate con gli amici, feste e hobby. Da quando la donna decide di avere famiglia, però, le cose cambiano perché intanto la donna deve stare ferma almeno 9 mesi per la gravidanza, riprendere dopo 9 mesi di stop non è per niente facile e poi penso che rinunciare a vedere i propri figli per girare il Mondo e gareggiare non sia semplice. Ma questo potrò dirlo solo tra qualche anno.

Una donna impegnata nella carriera, quali hobby riesce a coltivare?
I miei hobby sono tutti legati al mondo dello sport: ma non so se posso definirli proprio hobby visto che mi servono sempre per le mie gare.

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