Intervista con Zucchero “Sugar” Fornaciari

È stato anticipato dai singoli Partigiano Reggiano e Voci, il nuovo disco di inediti di Zucchero "Sugar" Fornaciari intitolato Black Cat. La Rivista ha incontrato l'artista a Zurigo.

Adelmo, come mai questo marcante ritorno al rock e al blues? Black Cat a tratti ci fa ricordare l'album Oro, Incenso & Birra.
Dopo la divagazione con l'album La Session Cubana, che in fondo avevo fatto per un mio piacere personale, continua ora la mia strada del soul e del blues in questo mio nuovo Album Black Cat, in cui cerco di nuovo lo spirito e quella libertà musicale che avevo sentito durante la scrittura di Oro Incenso & Birra nel 1989. Non mi sono preoccupato della tendenza musicale italiana e tanto meno di ciò che le emittenti e il business discografico ritengono giusto fare. Mi sono risentito giovane, ecco. All'epoca poi non avevo niente da perdere. Oggi, con i miei sessant'anni, mi sono detto: basta, io non devo essere alla moda. Anzi, mi devo sentire libero di fare quello che voglio.

Hai affermato che all'epoca non avevi niente da perdere. Oggi invece?
Guarda, ti dico, e questo senza fare dei paragoni assurdi o peccare di presunzione, dopo tanti anni di musica noto che ci sono degli artisti che, anche se non producono nuovi album, vanno comunque in tournée per farsi vedere. E il loro pubblico non smette di seguirli. Parlo di Eric Clapton, Jeff Baker e altri. Anch'io potrei andare in tournée senza proporre alcune novità. Ma non lo faccio. Ho sentito la voglia di farlo, questo mio ultimo disco, correndo il rischio che poteva anche non piacere. Magari la gente lo ritiene poco pop, rispetto a quello che si sente in giro. Ma grazie a Dio, il lancio è riuscito bene. Se ascolti la musica in Italia, non senti più un assolo di chitarra, un contrattempo o un suono analogico. Io invece, quelle cose le ho inserite nel mio disco Black Cat. Oggi se un brano dura più di tre minuti e mezzo non va bene, bisogna rispettare dei format imposti. Ecco perché molti artisti, come Sting o Peter Gabriel, non vogliono fare più dischi. Non è che non abbiano le idee, anzi. Il motivo è che non si sentono liberi seguendo questi format.

Black Cat annovera la collaborazione artistica di Bono e Mark Knopfler. Si nota che molti musicisti più che mai cercano la collaborazione con altri artisti di fama. Penso agli ultimi dischi di Jean-Michel Jarre o Giorgio Moroder. È una moda del momento?
Per quel che mi riguarda, no. Se ti ricordi, già molto prima ho avuto importanti collaborazioni. Penso ad esempio a Eric Clapton o Miles Davis nel 1988, oppure al disco Zu & Company. In Black Cat poi non ci sono duetti. Mi sono avvalso di collaborazioni ma ho evitato di fare dei duetti. Queste cose le avevo già fatte prima. Poco fa abbiamo parlato di possibili analogie con Oro Incenso & Birra, e ci tengo a precisare che non farei mai un disco uguale all'altro. Anche se in questo disco si rispecchia la stessa libertà di Oro Incenso & Birra, i suoni sono completamente diversi. In quest'album mi sono avvalso di tre produttori diversi per il semplice motivo di renderlo più ‘marcio’ e ruvido.

Prima di lanciare il disco ti sei presentato con il singolo Partigiano Reggiano.
Il titolo è un gioco di parole nato durante una sera a cena con i miei amici di sempre. Nei giorni successivi ho voluto dargli un significato accostandolo sempre più al concetto di libertà. La copertina del disco fa pensare agli schiavi nei campi di cotone, al battito delle mani e ai suoni rudimentali. Partigiano Reggiano è un inno che si dedica alla libertà. Purtroppo ancora oggi molti non hanno le possibilità di compiere scelte senza limitazioni imposte.

Mi permetto di formulare un'ipotesi: ho l'impressione che tu abbia giocato d'astuzia. Per precisare: ritornando al blues e al rock di Oro Incenso & Birra hai imboccato una strada già percorsa beneficiando della tua lunga esperienza. Ho il sospetto che dietro le quinte ti stia preparando a un altro capolavoro completamente diverso, com'è successo quattro anni fa con La Session Cubana.

(ride) Non direi di aver giocato d'astuzia. Io vengo da Chocabeck che per me, per quel che riguarda i testi, gli arrangiamenti e i suoni, è uno degli album più belli che abbia mai fatto. Quindi volevo rimanere su quella linea. Per quel che riguarda un possibile nuovo album, ne passerà del tempo dato che la mia tournée durerà un anno e mezzo.

Se potessi realizzare un desiderio?
Se dovessi fare un nuovo lavoro mi piacerebbe farlo con Ennio Morricone. Ovviamente bisogna chiedere a lui, se è d'accordo. Tra il dire e il fare c'è di mezzo… Morricone (ride).

Conoscendoti come musicista e cantante rock e blues è difficile ripensare ai tuoi esordi pop.
È vero: sono nato come cantante pop. Da ragazzo un mio amico di colore mi ha fatto ascoltare i primi 45 giri di Otis Redding e Ray Charles. Mi ha colpito questa musica soul e blues. Con il primo gruppo che avevo formato mi sono proprio dedicato a quel genere. Pensa un po': all'epoca non ero nemmeno il cantante del gruppo. Suonavo il sassofono! Dopo aver ottenuto finalmente un vero contratto discografico, mi è stato detto che avrei dovuto fare delle canzoni pop, perché il soul e il blues non avrebbero funzionato. Seguendo questo consiglio mi sono presentato due volte a Sanremo, senza riscontrare successo. Non ero né carne né pesce (ride).

Che cosa bisogna fare per aver successo con il blues?
In Italia si tende a generalizzare. Sento dire spesso: "quello suona il blues, quello suona il rock". Io non faccio blues, ma attingo dal blues. È una grande differenza. Prendo degli ingredienti del blues per poi mescolarli con i miei brani che di natura hanno un'aria mediterranea. Ecco perché Miles Davis ha trovato interessante il mio lavoro e ha accettato di suonare con me. Se gli avessi chiesto di suonare la musica che già stava facendo, non si sarebbe neanche mosso. È come andare a rubare a casa dei ladri. Il suo miglior consiglio era quello di rimanere fedele alla lingua italiana.

di Salvatore Pinto
Ha collaborato Luca D'Alessandro

Zucchero "Sugar" Fornaciari: Black Cat (Universal)

I prossimi concerti di Zucchero in Svizzera e in prossimità del confine con la Svizzera:
02 ottobre, ore 20: Haus der Messe, Dornbirn (A)
31 ottobre, ore 20: Hallenstadion, Zurigo (CH)
01 novembre, ore 20: Hallenstadion, Zurigo (CH)
02 novembre, ore 20: Arena, Ginevra (CH)

www.zucchero.it

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