Dal bilancio della cultura “tornato dopo otto anni sopra i due miliardi di euro”, all’Art Bonus “stabilizzato e reso permanente”, dalla rivoluzione dei musei, con l’arrivo dei direttori manager al concorsone per 500 nuove assunzioni, fino al lancio di iniziative come la Capitale italiana della cultura e le domeniche gratuite, il record di ingressi e di incassi registrato dai musei statali nel 2016. A tre anni dal suo insediamento, il ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini tira le somme del suo mandato e nel documento 3 anni di Governo per la Cultura e il Turismo, disponibile sul sito del Mibact, propone la ricognizione dettagliata con le principali azioni svolte in questo periodo.
“Non è solo un elenco, ma un primo tassello di una sfida più grande che dobbiamo affrontare come sistema Paese”, ha commentato Franceschini, definendo la cultura “una chiave per costruire il futuro, una direzione possibile verso la quale c’è ancora molto da lavorare”.
Un concetto questo della centralità del settore per la crescita del nostro Paese che Franceschini aveva già espresso al momento della sua nomina. “Per troppi anni il ministero della Cultura è stato un ministero bistrattato”, aveva detto al termine della cerimonia di giuramento, “e questo governo ha scelto di renderlo centrale. È il più importante ministero economico del nostro Paese”.