La notte tu mi fai impazzire

Pietrangelo Buttafuoco
La notte tu mi fai impazzire
Gesta erotiche di Agostino Tassi, pittore

“È un cinghiale, Agostino. La lussuria lo rende sfrontato. Non è proprio roseo per essere un maiale ed è, infatti, scuro, barbuto, vigoroso. Non è bello, ma accende le femmine. Ha dita di farfalla nella sua meticolosità pittorica. E così nelle manovre sui capezzoli delle tante donne a lui prone.
Nelle manovre di carne è altrettanto puntiglioso come sulla tela con i colori. E le strapazza tutte, le femmine: maneggiandole, impastandole, mescolandone gli umori nella tavolozza dell’osceno più che compiuto”.
Pittore già affermato, nel 1611 Agostino Tassi inizia con l’amico Orazio Gentileschi a decorare il Casino delle Muse a Roma. Un anno dopo Orazio gli intenta un processo per avere abusato di sua figlia Artemisia, anch’essa pittrice di talento. Il processo si trasforma in uno dei più clamorosi eventi dell’epoca, suscitando innumerevoli dicerie che diffamano di volta in volta Artemisia, Agostino e lo stesso Orazio. Ma chi era davvero Agostino Tassi, il celebre “stupratore” di Artemisia Gentileschi?
Con il suo stile lirico e appassionato, Pietrangelo Buttafuoco ci accompagna nei vicoli fetidi e violenti di Tassi, “nel cui sguardo vive il ricordo di galere e di fughe dalla Toscana, attraverso la Roma degli assassini, dei ladri e degli impostori… Non ha ancora sulla coscienza un morto ma di ogni nefandezza, come tradire la fiducia dell’amico forzandone la figlia, ne fa blasone… I piedi sporchi dei santi ritratti dai suoi coevi in lui si trasfigurano in rughe inquietanti scavate sul respiro della notte”.

Skira,pp. 112, € 13,00

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