La televisione è sempre il medium più amato dagli italiani. A certificarlo i dati dell’annuario 2016 statistico dell’Istat, pubblicato oggi, secondo il quale il piccolo schermo oggi attira il 92,2% della popolazione di 3 anni e più. Gli spettatori appartengono a tutte le fasce di età, ma i più accaniti fruitori sono i giovanissimi di 6-14 anni e gli anziani di 65-74 anni, con quote che superano il 96%. L’ascolto della radio interessa invece il 53% della popolazione, in sensibile diminuzione dal 57,9% del 2015, anche se aumentano i fidelizzati, ossia coloro che la ascoltano tutti i giorni (da 55,4 a 59,7%). I programmi radiofonici hanno le maggiori audience fra le persone di 20-54 anni (oltre il 65%).
Sul fronte tecnologico, dal report emerge che nel 2015, il 91% delle famiglie italiane possiede almeno un telefono cellulare o smartphone, circa un punto percentuale in più rispetto all’anno precedente. I valori più alti, superiori al 93%, si osservano nel Nord-est e nel Centro. Il personal computer è invece presente nelle case di sei famiglie su dieci (62,3%); ancora una volta i valori sono più elevati al Nord rispetto a Sud e Isole.
L’abitudine alla lettura dei quotidiani (almeno una volta la settimana) riguarda poco più di quattro persone di 6 anni e più su dieci (43,9%) nel 2016, dal 47,1% di un anno fa. Rimane invece pressoché stabile la quota di chi legge quotidiani 5 volte e più la settimana (35,4%). In calo anche la quota di lettori di libri, dal 42% del 2015 al 40,5% dell’anno in corso. Tra chi si dedica alla lettura, quasi la metà (45,1%) legge al massimo 3 libri nell’anno, mentre il 14,1% legge più di un libro al mese.
In crescita tutte le forme di intrattenimento, con il 66,3% della popolazione di 6 anni e oltre che ha fruito di almeno uno spettacolo o una visita a musei e mostre. Ad aumentare di più sono gli spettatori al cinema, passati dal 49,7% del 2015 al 52,2%, e quelli che seguono concerti di musica diversa dalla classica, passati da 19,3% a 20,8%. I concerti di musica classica subiscono invece una diminuzione della quota di spettatori dal 9,7 all’8,3%. Nel 2015, informa ancora l’Istat, i musei, i monumenti e le aree archeologiche statali aperti al pubblico sono 441, quattro in più sull’anno precedente e i visitatori hanno fatto registrare un deciso incremento, passando da quasi 41 milioni nel 2014 a oltre 43 milioni (+6,2%).