La Svizzera al voto il 24 settembre

Molte attese per la riforma previdenziale 2020

Due i temi in votazione a livello federale, ma tre i voti da esprimere.
Infatti se sul Decreto federale sulla sicurezza alimentare (controprogetto diretto all’iniziativa popolare «Per la sicurezza alimentare», che è stata ritirata) il voto è unico quello che riguarda la riforma previdenziale, che come ovvio catalizza il massimo dell’attenzione e delle tensioni, prevede che il cittadino si esprima sia sulla riforma in sé, sia sul finanziamento supplementare dell’AVS mediante l’aumento dell’IVA. Solo se entrambi i voti saranno favorevoli la riforma risulterà approvata.


Per quanto riguarda il decreto sulla sicurezza alimentare, la domanda che figura sulla scheda è la seguente: Volete accettare il decreto federale del 14 marzo 2017 sulla sicurezza alimentare?
Nel 2014 l’iniziativa popolare «Per la sicurezza alimentare», promossa dall’Unione svizzera dei contadini, chiedeva alla Confederazione di rafforzare l’approvvigionamento della popolazione con derrate alimentari di produzione indigena. Pur riconoscendone l’importanza, il Consiglio federale e il Parlamento non l’hanno sostenuta, elaborando un controprogetto, che, ottenuta la netta approvazione dal Parlamento, ha indotto il comitato promotore a ritirare l’iniziativa.
Il nuovo articolo costituzionale consolida l’orientamento dell’attuale politica agricola. Tenendo conto di tutte le tappe della filiera agroalimentare – dal campo fino al piatto, dal contadino al consumatore –, la nuova disposizione costituzionale stabilisce come garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione svizzera a lungo termine. Pone altresì l’accento sull’importanza di un approvvigionamento alimentare basato sia sulla produzione indigena sia sulle importazioni.
Consiglio federale e Parlamento a larghissima maggioranza raccomandano di accettare l’articolo costituzionale.

Il Decreto federale sul finanziamento supplementare dell’AVS
e la riforma della previdenza per la vecchiaia 2020

Come detto, il secondo tema in votazione, pur riguardando entrambi la previdenza per la vecchiaia, presuppone due voti separati. Il primo, relativo al finanziamento dell’AVS tramite l’aumento dell’IVA comporta una modifica costituzionale (pertanto, ha bisogno della doppia maggioranza di popolo e cantoni); il secondo riguarda la modifica di legge sulla previdenza per la vecchiaia. La riforma entrerà in vigore soltanto se ambedue saranno accettati.
La necessità di una riforma, sulla quale tutti concordano, deriva dalla stabilità finanziaria del sistema previdenziale che è minacciata: perché a breve raggiungeranno l’età di pensionamento le generazioni del cosiddetto baby-boom, la speranza di vita è in aumento e i tassi d’interesse sono estremamente bassi.
La riforma prevede per uomini e donne, un’età di pensionamento uniforme, fissata a 65 anni, con, per le donne, un aumento graduale di tre mesi ogni anno fra il 2018 e il 2021.
Per ovviare ai deficit di finanziamento dell’AVS sono previste due misure. La prima consiste nel destinare all’AVS i proventi derivanti dall’ imposta sul valore aggiunto, il cui tasso, dal 2018 subirà un aumento dello 0,3%, fissandosi a quota 8,3%. Le aliquote inferiori previste per i beni d’uso quotidiano e per il settore alberghiero saranno innalzate soltanto di 0,2 punti percentuali.
In parallelo, nell’ambito della previdenza professionale, è previsto che l’aliquota di conversione che determina l’importo della rendita risultante dall’avere di vecchiaia accumulato scenda, tra il 2019 e il 2022, dagli attuali 6,8 al 6%.
Quale compensazione è previsto di aumentare il salario assicurato e gli accrediti di vecchiaia. Grazie a questa misura, gli assicurati di età inferiore ai 45 anni hanno la garanzia che il livello attuale delle rendite sarà mantenuto, nonostante la riduzione dell’aliquota di conversione. Chi ha più di 45 anni (la cosiddetta generazione di transizione), invece, non dispone del tempo necessario per rimpinguare a sufficienza l’avere di vecchiaia. A questa categoria di persone sono perciò garantite le prestazioni previste dalla legislazione attuale.
Vi sono poi misure compensative riguardanti l’AVS. È previsto un aumento di 70 franchi mensili. Inoltre, il tetto previsto per le rendite AVS dei coniugi passa dal 150 al 155 per cento della rendita massima di vecchiaia, pertanto, con aumento da un minimo di 140 a un massimo di 226 franchi mensili. Per finanziare queste due misure, per la prima volta da 40 anni a questa parte, saranno aumentati i contributi AVS: nel 2021 i contributi dei datori di lavoro e dei lavoratori saranno infatti innalzati di 0,15 punti percentuali. La riforma non ha alcuna ripercussione sulle rendite correnti.
La riforma è criticata da più parti. Da un lato, si contesta l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne e l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto, poiché considerati antisociali. Dall’altro si ritiene che si limiti a differire nel tempo un problema, quello del finanziamento della previdenza, senza risolverlo.
Il Consiglio federale e il Parlamento, che si è espresso a maggioranza risicata, invitano ad approvare la riforma.

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