Partendo da qualche caso
particolare (scuola o cantone), è stata diffusa la notizia che nei licei
svizzeri l’italiano è poco scelto dagli
allievi. Si afferma quindi che «tutti i cigni sono bianchi». Ma il pensatore
Karl Popper, che trascorse alcuni anni in Nuova Zelanda dove scrisse tra
l’altro “La società aperta e i suoi nemici” (1945), ci mette in guardia dalle
generalizzazioni e ci insegna che dal fatto che dei cigni sono bianchi non si
può concludere che «tutti i cigni sono bianchi». Se un attento controllo porta alla scoperta di uno o più cigni neri,
questa scoperta falsifica la tesi che «tutti i cigni sono bianchi». Se poi
l’eco di un cigno nero giunge proprio da una scuola che ha sbandierato ai
quattro venti che «tutti i cigni sono bianchi», allora c’è da supporre che
quella tesi non possa che essere il frutto di un abbaglio – ed un motivo d’oro
deve pur esserci… Lunga vita ai cigni neri: per trasformarli in capri espiatori
non bastano formule magiche.
Per approfondire la tematica, si veda:D. Sperduto, L’italiano nelle scuole svizzere è più vivo
che mai, “La Rivista”, ottobre 2016, p. 46; Dai descrittori linguistici e letterari
alla retorica, “Babylonia”, 2016/3, p.
96; L’assemblea plenaria dell’ASPI,
“La Rivista”, gennaio 2015, p. 50; Quanta retorica contro l’italiano! “Babylonia”, 2014/1, p. 93.
Dr. Donato
Sperduto,
Presidente dell’ASPI-VSI e docente di italiano e francese
alla Kantonsschule Sursee