Montreux. Jazz dal 1967

 In mostra al Museo nazionale di Zurigo fino al 21 maggio. David Bowie, Miles Davis, i Deep Purple hanno tutti qualcosa in comune: si sono esibiti al Festival del Jazz di Montreux. Creato nel 1967 da Claude Nobs per attrarre i turisti, oggi è uno degli appuntamenti musicali più conosciuti al mondo. Diamo uno sguardo alla sua emozionante storia.

Non esiste praticamente star mondiale del panorama musicale che non si sia esibita almeno una volta al Festival del Jazz di Montreux. E il merito è soprattutto di un uomo: Claude Nobs. Il fondatore del festival è stato una presenza costante davanti e dietro le quinte fino al 2013, anno della sua morte, e ha fatto dell’evento un appuntamento imperdibile della scena musicale globale. Il suo segreto? Conosceva i desideri delle star che invitava e riusciva quasi sempre a esaudirli. Una Ferrari gialla all’aeroporto? Nessun problema! Una fondue servita direttamente sul palco? Mais bien sûr. Una battuta di pesca sul lago Lemano? Detto, fatto.
Funky Claude”, come lo hanno battezzato amichevolmente i Deep Purple nella loro hit Smoke On The Water, aveva il potere di rendere tutto ciò possibile. Nobs, però, non si è concentrato solo sul jazz, ma ha aperto le porte del festival anche ad altri generi musicali. Una mossa geniale che si è rivelata la chiave per un successo duraturo dell’evento. Il punto focale attorno al quale ruotava il festival era lo chalet di Nobs. La sua abitazione non si è limitata a essere la «stanza dei bottoni» e il luogo in cui ospitare le star, ma è stata anche una sorta di museo della musica. Molti dei celebri personaggi che vi hanno messo piede hanno lasciato qui qualcosa di sé, dal kimono del cantante dei Queen Freddie Mercury, alla chitarra di B.B. King fino ai guantoni da box usati da Sylvester Stallone nei film di Rocky: piano piano lo chalet si è riempito di oggetti di culto.
Ciò che normalmente succede «on stage» sulle rive del Lemano è ora oggetto di una mostra a Zurigo. Il Museo nazionale apre una finestra sui 50 anni di storia del festival, ricorda il suo leggendario quanto carismatico fondatore Claude Nobs e riempie le sale espositive di musica e suggestivi sguardi dietro le quinte. Una mostra che consente di trovarsi per così dire «a tu per tu», e non nella lontana Romandia, con le grandi star e la loro musica. E anche lo chalet di Claude Nobs «fa tappa» per alcuni mesi a Zurigo. La mostra è sostenuta da UBS, anche partner del festival da decenni.

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