Nel Barolo, il Castello si trasforma in scuola del vino

di Rocco Lettieri


Nel piccolo paese di Barolo, il Castello si trasforma in scuola del vino (per stranieri)

Nasce «Indigena Wine School», progetto di Ian D’Agata, direttore scientifico di Vinitaly

Partiamo col dire che nel paesino di Barolo c’è il Barolo (il vino dei Re). E su questo non ci piove. Ma Barolo non è soltanto questo. Barolo è un paese arroccato sulla collina, dominato dal castello, avvolto dall’aura magica delle vigne che lo circondano. C’è il respiro strano di qualcosa che deve accadere, e allo stesso tempo quel senso di pace che incontri negli occhi dei suoi abitanti. Ci sono tanti paesi in un solo paese. Ci sono paesaggi che cambiano a ogni angolo, palazzi sofisticati che stanno accanto agli orti dei paesani, un mazzo di insalata, due carote, come si faceva un tempo. C’è un maneggio con i cavalli e anche un curioso museo dei cavatappi. E i negozianti di Barolo seduti fuori dal negozio, che sembrano una fotografia di tanti anni fa. Ci sono le belle cantine dei produttori di vino, e i ristoranti con i tavolini fuori, appoggiati ai vicoli, come quei piccoli bistrot francesi, con l’edera che sale accompagnando lo sguardo verso l’alto, verso il cielo, splendente. C’è il castello ovviamente. Perché a Barolo c’è una luce che altrove non vedi. Ribatte sulle vigne, si colora sulle pareti dei palazzi, arrossisce sui pendii del Castello. Quando te ne vai hai gli occhi pieni di quella luce. Hai addosso ancora il colore di quell’aria, di quel tempo che Barolo offre, per passeggiare, per ascoltare, per vivere qualche attimo altrove.



Il miglior festival in Italia

Collisioni giunto nel 2018 alla sua decima edizioneCollisioni giunto nel 2018 alla sua decima edizione
Collisioni giunto nel 2018 alla sua decima edizione, viene considerato da gran parte della critica come il miglior festival in Italia per la sua formula innovativa e la capacità di parlare a un pubblico trasversale, proponendo musica, letteratura, cinema, enogastronomia in un ambiente suggestivo dove si respira grande libertà. Barolo, nuova mecca della cultura, meta del turismo internazionale e da qualche anno epicentro del territorio Unesco Piemonte, unico paesaggio vitivinicolo italiano ad aver meritato questo riconoscimento si è trasformato per più di un weekend in un grande palcoscenico non-stop dove ogni piazza e via del paese si animato di incontri con i più prestigiosi nomi della letteratura mondiale, della musica, del giornalismo e dello spettacolo, installazioni artistiche, performance musicali e teatrali e grandi concerti con le più importanti star del panorama internazionale, ma anche enogastronomia, vino e tradizione culinaria.

Quest’anno, per i festeggiamenti del decennale del Festival Agrirock Collisioni, dopo il consueto weekend con gli ospiti della letteratura, della musica e del cinema e il cartellone di appuntamenti dedicati ai wine and food lovers, il festival ha tirato fuori le sorprese musicali con i Depeche Mode, Lenny Kravitz con la sua band, e quindi Max Pezzali, Nek, Renga che hanno interpretato a tre voci i più grandi successi delle loro straordinarie carriere. Sullo stesso palco si sono combinati tre incredibili repertori venticinquennali, reinterpretati in versioni inedite e non solo. E ancora Caparezza, che è stato il primo artista ad esibirsi a Collisioni negli anni gloriosi in cui nasceva il festival Agrirock. Per quanto riguarda invece gli incontri, seminari e dibattiti, che si svolgono sui quattro palchi in contemporanea nel weekend del Festival, sono stati ospiti nelle diverse edizioni di Collisioni personaggi del calibro di Salman Rushdie, i premi Nobel José Saramago, Herta Muller e Wole Soyinka, e ancora Carlo Verdone, Giuseppe Tornatore, Fedez, Alessandro Baricco, Massimo Cacciari, Corrado Augias, Francesco Guccini, Beppe Severgnini, e molti altri. L’edizione 2018 invece ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Luca Barbareschi, Joe Bastianich, lo chef Antonino Cannavacciuolo, Red Canzian, Aldo Cazzullo, Veronica Pivetti, Vittorio Sgarbi, Marco Travaglio, Paola Turci, Roberto Vecchioni, ecc.



Progetto Vino/Indigena

Tra le iniziative di Progetto Vino quest’anno è nato INDIGENA, un nuovo festival dedicato al vino di qualità appositamente creato da Ian D’Agata per Collisioni che racconta: “Indigena è un festival del tutto nuovo, pensato e creato per dare il giusto risalto ai nostri fantastici vitigni autoctoni e ai vini che da essi nascono, non solo in Italia ma anche all’estero” e Mario Robaldo, direttore marketing di Collisioni, aggiunge: “Indigena Festival, inoltre, serve a dare un ulteriore contributo alla cittadina di Barolo, che è la nostra casa da tanti anni ormai e che, d’accordo con Filippo Taricco, Paola Eusebio, Giorgio Crana, Ian D’Agata e tutto il team di Collisioni, vogliamo aiutare a fare vivere tutto l’anno, non solo durante la primavera, l’estate e durante la stagione del tartufo, ma anche in altri momenti meno pieni di turisti e visitatori; a questo scopo stiamo studiando sempre nuove iniziative, proprio per riuscire nel nostro intento”. Aggiunge ancora D’Agata: “Con Indigena si realizza un mio sogno che ho allo studio da dieci anni circa, e cioè creare un incontro internazionale accademico serio e rigoroso tra i ricercatori e i produttori italiani e i loro colleghi di tutto il mondo che producono vini da Nebbiolo, Fiano, Greco, Zibibbo, Barbera, Dolcetto, Arneis, Vermentino, Nero d’Avola, Moscato Bianco e altri ancora”.

- Foto di gruppo per giornalistiQuindi tre “i” (Italian, International, Indigenous) e una “C” (Center), dunque 3iC, per una nuova scuola internazionale del vino l’Italian International Indigenous Center for Wine and Food Studies o 3iC. Inaugurati a maggio 2018, i corsi della 3iC si svolgono nelle prestigiose sedi della scuola nel Castello di Barolo e nel Castello di Costigliole d’Asti in Piemonte con l’obiettivo di formare giovani e meno giovani professionisti internazionali che lavorano con passione per i vini italiani. “La 3iC vuole essere un nuovo strumento offerto da Collisioni a tutte le aziende di vino italiane per fare meglio conoscere i loro prodotti di qualità nel mondo”, afferma Filippo Taricco, direttore artistico di Collisioni, “…e soprattutto serve a preparare nuove generazioni di giovani esperti stranieri che potranno così raccontare, descrivere e vendere i nostri tanti grandi vini con maggiore cognizione di causa e speriamo successo, perché il vino italiano rimane per molti un nuovo mondo, ancora tutto da scoprire, affascinante ma complesso”. E Filippo Taricco ci dice ancora: “Per la realizzazione del progetto 3iC mi sono affidato ad un docente autentico, con la ‘A’ maiuscola; non persone che magari hanno fatto gli importatori tutta la vita, o gli studenti per poi trasformarsi, per non dire inventarsi, da un giorno all’altro, in insegnanti ed essere spacciati per grandi esperti di vino italiano. Quando poi non sono praticamente mai in Italia a visitare le cantine per mesi e mesi, come fa Ian D’Agata da trent’anni”.



Le degustazioni e le Master Class:


Nei 6 giorni dedicati al vino, numerose sono state le Master Class e i momenti di incontri con i diversi Consorzi. Impossibile ricordarli tutti ma almeno segnalo quelli più importanti a cui ho potuto partecipare: Prosecco DOCG (16 aziende); Le Donne del Vino (15 aziende); Berta distillery (degustazione di 12 prodotti aziendali); Consorzio Vini piemontesi (9 aziende); Barbaresco (15 aziende); Istituto Marchigiano di Tutela vini (24 aziende e altrettanti vini in degustazione libera alla cena di gala). Qui di seguito spazio a tre Master Class.



Nizza DOCG

Tra le iniziative di Progetto Vino ha avuto risonanza l’incontro #natail1luglio – la manifestazione ideata dall’Associazione Produttori del Nizza per festeggiare la data di uscita in commercio delle bottiglie delle nuove annate del Nizza Docg. Una degustazione tecnica con 36 vini suddivisi per cru. Tale suddivisione è una diretta conseguenza della pubblicazione della Mappa del Nizzarealizzata da Enogea realizzata da Alessandro Masnaghetti presente per illustrare la mappa agli ospiti stranieri e per spiegare loro i criteri seguiti per la sua realizzazione. La degustazione è stata affidata all’enologo Claudio Decasto spiegando le differenze di suoli e di microclima delle varie zone e le loro influenze sulle caratteristiche organolettiche dei vini. Si è trattato di una degustazione importante, alla quale i produttori dell’Associazione si preparavano da tempo. La realizzazione della mappa infatti andava proprio in questa direzione ed era il passo necessario da compiere per poter poi spiegare il Nizza secondo le sue peculiarità territoriali. “Abbiamo avviato un importante progetto di promozione estera di tutte le denominazioni che tuteliamo” – ha detto il presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Filippo Mobrici. Dopo le tappe a Costigliole, sede del Consorzio, con seminari e degustazioni e le visite nei vigneti, un gruppo di autorevoli esperti internazionali ha dedicato una giornata ai territori del Nizza.



Amarone: Le Famiglie Storiche

Barolo chiama Amarone. Per la terza volta consecutiva le Famiglie Storiche dell’Amarone sono state invitate a partecipare a Collisioni. Per l’occasione erano presenti i rappresentanti delle aziende: Allegrini, Brigaldara, Masi, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, e Zenato, con una degustazione dal tema “Vino di terroir e tecniche produttive”. Obiettivo esaltare i cru della Valpolicella, una terra che rivela anime diverse a seconda dei versanti delle colline e delle vallate, e far conoscere alla critica internazionale il potenziale di questo importante territorio. L’evento si è inserito nel Progetto Vino, per dar voce allo straordinario tesoro che è il patrimonio enologico italiano in una terra naturalmente vocata quale quella del Barolo. Oltre alla degustazione ci sono stati momenti per presentazioni di libri, walk around tasting, Master Class, seminari, oltre che pranzare e cenare fianco a fianco con i produttori. “Essere a Barolo, terra di famosissimi cru e avere l’occasione di presentare i nostri cru di Amarone è per noi un grande onore” – ha detto Maria Sabrina Tedeschi, presidente delle Famiglie Storiche, ed ha continuato – Le Famiglie Storiche hanno un obiettivo preciso: contribuire a diffondere la cultura dell’Amarone e della Valpolicella, in tutte le sue peculiarità, con il racconto di uno dei territori più blasonati d’Italia, partendo dalla storia e dalla tradizione, ma con un’attenzione verso il futuro, verso la ricerca e l’innovazione”.

Focus su Collisioni Jesi

Le Marche sono state di nuovo protagoniste a Collisioni Barolo con 20 aziende, 40 vini e tante specialità Dop e Igp regionali in una partecipazione coordinata dall’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt). Ospite d’onore il Verdicchio, che ha aperto le danze con una giornata interamente dedicata ai 50 anni della Doc Verdicchio dei Castelli di Jesi nell’ambito del Progetto vino. Al mattino degustazioni e incontri BtoB con i produttori, per poi passare ai focus pomeridiani con panel dedicati ai mercati esteri e in conclusione una cena con abbinamenti a piatti del territorio riservata alla stampa straniera, presso l’Agrishop nel cortile del Castello di Barolo. Si è proseguito con gli appuntamenti destinati alle altre denominazioni che arricchiscono il panorama enologico regionale: dal Verdicchio di Matelica alla Lacrima di Morro d’Alba, fino al Rosso Conero e alle Docg Conero Riserva e Verdicchio di Matelica Riserva. Nei giorni successivi c’è stato il momento dei food lover con degustazioni di Olio extra vergine di oliva Marche Igp, Olive ascolane, Ciauscolo Igp, Casciotta d’Urbino Dop, e Prosciutto di Carpegna Dop, anche in abbinamento a Verdicchio dei Castelli di Jesi, Rosso Conero e Lacrima di Morro d’Alba. “La tappa di Barolo anticipa l’edizione business di Collisioni Jesi di fine agosto – aveva detto Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini – dove attendiamo circa 30 tra i principali esperti e giornalisti mondiali del vino per festeggiare il 50° anniversario del Verdicchio dei Castelli di Jesi, che oggi rappresenta il vino bianco più esportato delle Marche. Vogliamo far capire il valore di questo vino che, nonostante il periodo di crisi attraversato dalla nostra regione, continua ad affermarsi e riscuote il plauso della critica nazionale e internazionale. Un bianco, il Verdicchio, che si fa portavoce delle altre Dop e che vuole essere un elemento trainante per la ripresa economica della nostra regione”.

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