di Riccardo Geiser
Le aziende del settore tecnofinanziario (FinTech), in Svizzera si trovano confrontate con una legislazione vigente molto rigida e severa, idonea ad intralciare la dinamicità di queste imprese all’avanguardia.
In effetti, gli imprenditori che intendono avviare un’attività commerciale nell’ambito FinTech, tra le altre cose, sono facilmente soggetti alla Legge federale sulle banche e le casse di risparmio (LBCR) e alla relativa ordinanza (OBCR), anche se i servizi offerti non corrispondono prettamente a quelli di una banca. Di conseguenza, le imprese FinTech sottostanno all’obbligo di autorizzazione e alla sorveglianza dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA). Generalmente parlando, a fronte dei costi importanti per l’adempimento della rigorosa normativa bancaria svizzera, è comprensibile che una giovane azienda possa essere scoraggiata ad attuare un progetto FinTech. Pertanto, la legislazione in essere costituisce un ostacolo all’accesso al mercato che impedisce innovazioni e, in ogni caso, non incita le imprese FinTech ad avviare un’attività in Svizzera, il che nuoce alla competitività del mercato svizzero.
Al fine di evitare questi effetti nocivi, il Dipartimento federale delle finanze ha ricevuto il compito di elaborare un avamprogetto per una revisione della LBCR e della OBCR, essenzialmente ad integrazione delle seguenti 3 agevolazioni per il settore FinTech:
(1) fondi su conti di regolamento: le imprese FinTech non sono soggette alla LBCR e alla OBCR se le operazioni in base ai depositi dei loro clienti su conti di regolamento sono eseguite entro 60 giorni dal deposito dei soldi. La prassi vigente prevede l’esecuzione entro 7 giorni, il che rende praticamente impossibile per piattaforme di crowdfunding di beneficiare dell’esenzione. Il margine di 60 giorni, invece, mira a facilitare la raccolta di fondi per dette piattaforme.
(2) sandbox: le imprese FinTech possono operare in uno spazio d’innovazione (figuratamente sandbox), nel quale l’accettazione di depositi del pubblico è permessa senza autorizzazione e senza sorveglianza da parte della FINMA, fino a un ammontare complessivo di CHF 1 milione. L’idea della sandbox è di consentire alle aziende un margine di manovra per sottoporre un determinato progetto FinTech alla prova del nove prima di dover richiedere un’autorizzazione presso la FINMA.
(3) licenza FinTech: le imprese FinTech che conducono un’attività unicamente passiva, ossia la mera accettazione di depositi del pubblico, approfittano di esigenze regolamentari meno severe rispetto a quelle in vigore per banche "classiche". In particolare, è prevista la creazione di una specifica licenza per il settore FinTech, rilasciata dalla FINMA a condizioni agevolate. Tale licenza permette all’azienda di accettare depositi fino a una soglia massima di CHF 100 milioni e, inoltre, di operare a condizioni favorevoli in materia di contabilità, verifica e garanzia dei depositi. Sono anche previsti requisiti ridotti per quanto riguarda il capitale minimo (invece di CHF 10 milioni "solo" 5% dei depositi del pubblico accettati, ma almeno CHF 300,000), fondi propri e liquidità.
Il 1° febbraio 2017, il Consiglio federale ha lanciato la procedura di consultazione, nel corso della quale va esplorata la fattibilità di realizzazione della revisione. Le parti interessate (cantoni, certe associazioni, partiti rappresentati nell'Assemblea federale, altre organizzazioni interessate) hanno occasione di esprimersi in merito entro l’8 maggio 2017. Sulla base dell’esito della consultazione, il Consiglio federale determinerà la necessità di modificare l’avamprogetto. Di seguito, presenterà un progetto al Parlamento svizzero, accompagnato dal relativo messaggio.
Va detto che, mentre l’avamprogetto certamente rimuove delle barriere per determinate prestazioni, non affronta altri aspetti rilevanti per il settore FinTech. Difatti, a seconda della gamma di servizi offerti, un’impresa FinTech deve osservare altre regolamentazioni dell’ambito finanziario.