L'Ecofin, che riunisce i ministri delle finanze della UE, ha approvato la sua prima lista nera dei paradisi fiscali: contiene 17 paesi terzi, i cui progressi restano insoddisfacenti dopo dieci mesi di dialogo. Inoltre, è stata stilata anche una "lista grigia" che contiene 47 paesi sotto osservazione: fra di essi figura la Svizzera.
Il commissario Ue agli affari economici, Pierre Moscovici, ha detto che la lista dei paradisi fiscali "rappresenta un progresso sostanziale", ma "resta una risposta insufficiente all'ampiezza dell'evasione globale". "Chiedo perciò ai ministri di evitare ingenuità: i paesi che si sono impegnati a cambiare le leggi devono farlo prima possibile" e bisogna anche pensare a "sanzioni".
Secondo le informazioni finora disponibili la lista nera comprende Samoa, Bahrain, Barbados, Grenada, Guam, Corea del Sud, Macao, Isole Marshall, Mongolia, Namibia, Palau, Panama, Santa Lucia, Trinidad e Tobago, Tunisia ed Emirati Arabi. La Svizzera si trova invece sulla cosiddetta Watch List: comprende paesi che si sono impegnati a modificare, su pressione dell'UE, la propria legislazione fiscale.
Anche il Liechtenstein è stato posto dai ministri delle finanze dell'Ue sulla lista dei paesi sotto osservazione per le loro pratiche fiscali. Il principato è finito sulla cosiddetta lista grigia per la mancanza alcune clausole anti-abuso nella normativa tributaria sulle imprese. Il governo di Vaduz ha assicurato all'Unione europea che la lacuna sarà colmata entro la fine del 2018.