di Ingeborg Wedel
Mentre scrivo l’introduzione a questa particolare intervista (è il 4 Ottobre) Sofia Goggia, la donna in carriera di questa nostra rubrica, sta rientrando in Italia dall‘Argentina, dove ha trovato la neve per i suoi allenamenti e da dove ha trasmesso le risposte alle nostre domande, che ci permettono di conoscerla meglio.
L’Atleta è stata arruolata alla Guardia di Finanza con il grado di finanziere scelto e milita nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle.
Lo sci – per lei – non ha segreti: infatti pratica con eguale bravura la Discesa libera, il SuperG, lo Slalom gigante e la combinata.
Di fronte a tanta bravura io mi arrendo e lascio la parola a Sofia che risponde a tutte le nostre domande in modo conciso, ma chiaro.
La segue il nostro “in bocca al lupo” augurandole successi nelle gare di Coppa del Mondo e in modo particolare per le Olimpiadi invernali che si svolgeranno in Corea del Sud, dal 9 al 25 febbraio 2018.
“Ho 24 anni, sono nata a Bergamo. I miei genitori mi hanno sempre sostenuto e spronata nella carriera sportiva. Ho un fratello, Tommaso, Ingegnere alla Brembo. La passione per lo sci mi accompagna fin da piccola, la molla per intraprendere unacarriera sportiva è scattata già a quel tempo.
Infatti le mie prima gare le ho disputate sin da bambina. Ho comunque trovato il tempo per lo studio: ho conseguito la maturità e ora sono iscritta all’Università.
Se penso a quali sono i miei successi più importanti ricordo le 2 gare vinte in Coppa del Mondo in Corea, i 13 podi e naturalmente la medaglia di bronzo ai Mondiali si Saint Moritz. La prossima stagione oltre alla Coppa del Mondo ci saranno le Olimpiadi in Corea: un appuntamento fondamentale per goni sportivo.
Al momento sono single, ma conto di farmi una famiglia e di avere dei figli, comunque io cerco sempre di isolare la mia vita privata da quella sportiva/professionale.”
Nel mondo dello sporto agonistico ha un significato particolare essere donna?
Per un atleta professionista, indipendentemente dal fatto che tu sia uomo o donna, significa avere una passione totalizzante, a cui doversi dedicare, se non al 100%, almeno al 99%. Arrivare al top, e restarci, è dura, quindi devi essere disposto a sacrificare tutto il resto per qualche anno. Ma ne vale la pena. Persino avere un compagno è complicato, a causa dei continui spostamenti, a meno che il tuo compagno non condivida in qualche modo il tuo lavoro. Conciliare una famiglia, avere dei figli e poi tornare ad alti livelli, riesce a pochissime atlete.
È stata dura per sentirsi apprezzata come atleta?
Quello dello sport è un ambiente molto competitivo. Ma non conta il fatto che sia una donna. Infatti, il confronto non è con gli uomini, bensì con le altre donne che mi sono avversarie. Il rapporto con gli uomini di solito è un rapporto diverso, perché si tratta prevalentemente di allenatori, fisioterapisti, o skiman, il cui obiettivo principale è lavorare insieme a me, per mettermi nelle migliori condizioni che mi consentano di esprimermi al massimo.
Quali sono le principali difficoltà, legate al fatto di essere una donna, con le quali si è trovata o che ancora si trova confrontata?
Talvolta gli allenatori accusano noi ragazze di farci troppe «paranoie» inutili, ma per il resto se vedono che dai sempre il massimo, che ascolti le loro indicazioni e che vai forte, non ci sono problemi.
Quando cessa la diffidenza verso la donna atleta?
Quando vinci, e non ha importanza che tu sia un maschio o femmina!
Come donna ritiene di dover affrontare degli ostacoli specifici?
L’unica differenza, rispetto agli uomini, la vedo talvolta nel diverso trattamento da parte dei media o degli sponsor. Ma so anche che se arrivano i risultati, arriva anche l’attenzione dei media e degli sponsor, a prescindere dal fatto che tu sia uomo o donna. Lo sport è crudele, ma equo.
Sempre nel suo essere donna ritiene di avere degli svantaggi?
Al di fuori del mondo dello sport, c’è la tendenza a considerare le donne sportive come meno femminili: di certo avere sempre addosso cinque chili in più tra scarponi, giacche, protezioni, non aiuta ad avere un’andatura particolarmente elegante.
Vantaggi invece? Ce ne sono?
Faccio quello che ho sempre sognato, giro il mondo, provo l’emozione di sciare negli angoli più belli del pianeta. E a volte vinco. Servono altre motivazioni?
A parte questo, gode di altri privilegi?
Da atlete donne rispetto agli atleti uomini? Nessun privilegio. Devi comunque alzarti all’alba e allenarti al freddo, e non lo troverai mai un allenatore che porta gli sci al posto tuo. Però, come ho già detto, lo sport è così, devi dedicartici completamente, se vuoi ottenere dei risultati.
Nel suo mondo, si ricorre in qualche modo all’arte della seduzione? Anche a livello inconscio.
Mi piace giocare con la seduzione, non mi piace abusarne. La seduzione può stuzzicare, poi sta all’altra persona rispondere. Questo però vale solo per la vita privata: nello sci conta solo il tempo, per fortuna!
Qual è la soddisfazione maggiore per una atleta professionista?
Nel mio caso: vincere in Coppa del Mondo. Sono convinta che ti dia una gioia immensa, poi spero davvero di poter provare cosa significa vincere una medaglia olimpica. Ma già solo il fatto essere presente ai Giochi Olimpici significa poter realizzare il sogno che hai da bambino. Per un atleta è il massimo!
A che cosa deve rinunciare per mantenersi ad un livello agonistico all’altezza delle sue aspettative?
Io non le considero rinunce. Puoi avere successo anche senza privarti di qualcosa. Ovvio che hai i riflettori sempre puntati addosso, ma una volta che lo sai ti adegui. Diciamo che lo sci occupa il 99% della mia vita, e quell’1 % che resta lo vivo come piace a me.
Poco spazio e tempo per coltivare degli hobby…
Mi piace ascoltare musica, soprattutto quando sono in macchina, visto che ho tantissimi spostamenti in auto. Adoro Fedez, conosco tutte le sue canzoni a memoria e vado ai suoi concerti. Poi mi piace andare a camminare in montagna con mio padre e con il mio cane Belle. Seguo il calcio e tifo Juventus e Atalanta. Amo viaggiare da sola, ma non posso mai stare ferma, quindi niente spiaggia ma viaggi e avventura. Leggo tantissimo, c’è sempre un libro sul mio comodino.