L’apparenza inganna e a volte i pregiudizi possono trasformare le nostre vite rendendoci schiavi dell’odio e dell’intolleranza, alterando la nostra percezione della realtà. C’è questo e molto di più nel nuovo film da regista di George Clooney un film pieno di humor nero, brillante e al contempo profondo, sostenuto da un cast stellare con Matt Damon, Julianne Moore e Oscar Isaac
Suburbicon è una piccola cittadina di periferia degli anni cinquanta con case modeste e di buongusto, abitata esclusivamente da persone bianche. Tutto scorre serenamente fino a quando una famiglia di colore decide di ‘turbare’ la tranquillità dei cittadini bigotti di Suburbicon comprando una casa e di stabilirsi in città. Ma mentre tutti gli abitanti si mobilitano per scacciare queste persone indesiderate, c’è qualcun altro invece che progetta qualcosa di nefasto.
Nato da un vecchio soggetto datato 1999 dei fratelli Ethan e Joel Cohen – che hanno curato ovviamente la sceneggiatura del film -, Suburbicon utilizza l’apparente tranquillità della classica periferia americana degli anni cinquanta per sferrare non poche frecciatine all’attuale politica degli Stati Uniti che sembra voler ancora proteggere e giustificare atti di violenza, intolleranza ed odio raziale.
Un film dal forte anelito politico e sociale, che si ispira alla storia vera di William e Daisy Myers (ostracizzati negli anni ’50 dalla loro comunità per il colore della pelle e diventati successivamente leader nel movimento per i diritti civili), che sorprende per il suo stile vintage e sfrontato e le sue tematiche così incredibilmente attuali, e che nello slancio con cui stigmatizza la cultura razzista a stelle e strisce si autoproclama un chiarissimo manifesto antiTrump.